mercoledì 11 marzo 2015

L'ignoranza salverà il mondo



Ne siamo consapevoli ormai.
Siamo totalmente circondati.
Supereroi e cinecomics ovunque.


E' vero, è un genere sempre divertente, una goduria per i nostri occhi affamati di CGI e per il nostro lato oscuro da Nerd. Spesso sono dei film davvero ben fatti, altre volte sono delle boiate pazzesche, però il nostro mito dei fumetti portato sul grande schermo è sempre un bel vedere.
Ma è così per tutti?

Prendiamo il caso di Riggan Thomson: una carriera brillante, tre film di successo strepitoso con il personaggio di Birdman, un sacco di soldi guadagnati. Una volta.
Ed ora?
Eccolo a trascinarsi dietro la maledizione del suo personaggio, a sentire la sua voce ricordargli quale fallimento egli è diventato e a dirgli cosa diavolo vuole tentare con una piece teatrale.

Il teatro.
Quante volte ci siamo domandati "Ehi, ma che fine ha fatto quell'attore?". Vai a spulciare tra i siti di cinema e controlli la sua filmografia, e a parte qualche particina in squallidi titoli da film destinati ad una sala vuota in pieno agosto, non c'è altro. Trovi solo che "si è dato con successo al teatro". Un ritorno arcaico ai propri inizi di carriera? Può darsi. Ma per la maggior parte delle volte è un semplice ripiego, poichè il cinema ormai ti ha dimenticato.

Alejandro González Iñárritu ci narra proprio questo aspetto di ogni attore che il pubblico non pensa mai: l'essere legati ad un proprio successo facendolo diventare una maledizione.
E chi se non Michael Keaton poteva impersonare il povero Riggan Thomson? L'attore che ci ha fatto divertire nei primi anni '90 con i primi film riguardanti Batman, sotto la regia di Tim Burton, in un tempo in cui la parola Cinecomic era ancora sconosciuta.
Ma fatto quello, poi il silenzio e il nulla. Che fina ha fatto Keaton? Non si sa, ma eccolo risorgere con Birdman. Un film che rispecchia la sua situazione reale.

Il film è altamente interessante, soprattutto perchè racchiude tutta la vicenda utilizzando due tra le arti espressive di maggior impatto: il cinema e il teatro. Ma non solo perchè il cinema racconta una vicenda vissuta durante la preparazione di un'opera teatrale, ma perchè ci fa vedere il dietro le quinte di entrambe le cose: la vita al di fuori del palcoscenico, con le scaramucce tra gli attori, i tecnici, i camerini, gli addetti ai lavori, le parti burocratiche, ma al contempo scopriamo il passato cinematografico del protagonista, il suo tormento interiore, le sue visioni, il prezzo che ha pagato per le sue scelte nella vita lavorativa e privata.
E con quale astuzia ci narra tutto questo il nostro Alejandro? Con il piano sequenza.

Che cos'è il teatro se non un piano sequenza? E che cos'è la vita stessa se non un piano sequenza enorme? E allora ecco la genialata: tutto il film, quindi il cinema, in piano sequenza.



Seguiamo tutta la storia senza prendere un momento di fiato, ci immedesimiamo nel protagonista, ma sentiamo vicini anche gli altri. Scopriamo e riscopriamo alcuni attori in ruoli particolari, dal Galifianakis manager e non da una notte da leoni, alla Stone tossicomane invece che nei panni della Stacy di Spiderman, così come anche un Norton che ci farà apprezzare e odiare nel contempo il suo personaggio.

Molta gente uscendo dal cinema ha detto "ma cosa cavolo ho visto?". Vero, potrebbe sembrare strano, ma la trama è lineare, i dialoghi sono taglienti e arrivano subito al sodo, e i momenti (essendo un piano sequenza non si possono definire "scene", poichè è tutta un'unica scena) sono un continuo balzare dalla risata amara alla commozione, dal momento di demenzialità all'essere sulla punta del sedile dalla suspance.

Insomma, un film che va visto e probabilmente rivisto altre volte, soprattutto per la modernità del suo significato: tornare al centro dell'attenzione con azioni ignorantissime. Se poi sono diffuse tramite social network e il web ancora meglio.
Perchè nel bene o nel male, l'ignoranza ci perseguita.


Cinebrusinante




VALUTESCION
Birdman (2014)
di
Alejandro González Iñárritu
con Michael Keaton, Edward Norton

Scena Top: Riggan rimane chiuso fuori dal teatro in mutande

Voto 5/5: una visione amara del successo, con uno stile narrativo altamente originale

Nessun commento:

Posta un commento