lunedì 24 febbraio 2014

Prima il latte


Questa è una cosa che davvero non sapevo.
Perchè mettere prima il latte e poi il tè? Ho pensato a questioni di salvaguardia del gusto, o per mantenere una certa temperatura dell'acqua, o per non esagerare poi con lo zucchero.
E invece è una questione di tazza. Mettere prima il latte serve a non far sporcare l'interno della tazza, cosa che il tè notoriamente fa.
Il latte è uno strato protettivo, ecco.
Un po' come il ricordo dell'infanzia della signora Travers protegge la figura di Mary Poppins.

Il caratteraccio della P. L. Travers, interpretata magistralmente da una grandissima Emma Thompson, va in contrasto netto con la bonarietà di Walt Disney, di cui Tom Hanks è stato davvero capace di rappresentarlo.
Noi spettatori di Saving Mr. Banks seguiamo ben due strade durante la visione: da una parte abbiamo il povero Walt che cerca in tutti i modi di interpretare i pensieri della scrittrice, dall'altra abbiamo il passato tormentato della Travers che va ad influire sul presente. Il fatto è che noi riusciamo a capire, a incastrare ogni singolo pezzo di tutta la trama, Disney invece ci mette un intero film a capirlo.
La cosa buffa di tutto questo è che alla fine la cara Mary Poppins non c'entra proprio una mazza. Scusate la terminologia poco tecnica, ma sulla questione mazze torneremo a parlarne a fine post.
Dicevo, dov'è Mary Poppins in tutta la storia? Non la si vede svolazzare da nessuna parte, nè tantomeno saltare dentro dipinti o quant'altro. Beh, se la state cercando guardatevi, appunto, Mary Poppins del 1964. Qua invece il vero protagonista, colui che cambia le sorti di tutto è una delle figure meno seguite e, a volte, meno ricordate di tutta la storia: il signor George Banks, impiegato in banca, poco attento ai figli, tronfio e scettico (il cui interprete, il grande David Tomlinson, è tristemente poco ricordato).
Come capirà alla fine il buon Walt, Mary Poppins non è venuta a salvare i bambini, ma è venuta a salvare il loro padre. Quel padre che la Travers ha amato tanto ma che ha perduto troppo presto, afflitto dal lavoro tanto odiato e dall'alcol.
Ed ecco che la Travers stessa diventerà come il signor Banks: scettica su tutto quello che Walt Disney vuole fare sulla sua creazione, dalle canzoni sciocche ai pinguini animati.
Ma ecco che i ruoli si ribaltano, perchè Disney diviene la Mary Poppins del film: egli salverà il signor Banks, salverà la Travers dal suo passato burrascoso, e regalerà a migliaia di bambini di generazioni future una delle pellicole più belle mai create in casa Disney.


Il film è godibilissimo pure da coloro che non hanno mai visto Mary Poppins, anche se molti richiami al film potrebbero sfuggire. E' strano, anzi, direi un peccato che la Thompson non sia stata nominata agli Oscar.
Le musiche originali di Thomas Newman si abbracciano senza difficoltà ai capolavori eterni dei fratelli Sherman.
Davvero un piccolo gioiello cinematografico, anche perchè trattandosi di un "backstage" di Mary Poppins, è anche una preziosa lezione di cinema, davvero molto interessante e significativa.

Ah, già, parlavamo di mazze.
Essendo un Cinebrusinante, rimango spesso incantato e affascinato dalla fauna che popola le sale cinematografiche. Ora dico, nel corso dei decenni il cinema è stato anche un luogo per passare delle serate in dolce compagnia, molti amori sono sbocciati tra il buio della sala e il fascio di luce del proiettore. Tutto molto romantico, okay, ma io mi domando, ma per certe cose dovevano proprio scegliere Saving Mr. Banks?
Titoli di coda (che, se vedrete il film, li seguirete tutti), giovane coppia tra i 20 e i 25 anni si alza per andare via. Lui, una via di mezzo tra un gorilla e un blocco di marmo, con nonchalance si alza e si riabbottona i pantaloni.
Voglio dire, per certe cose andate nella sala vicino che proiettavano Pompei, data l'assonanza della parola...

Cinebrusinante 



VALUTESCION
Saving Mr. Banks (2013)
di John Lee Hancock
con Emma Thompson, Tom Hanks

Scena Top: la signora Travers non resiste alla canzone dell'aquilone.

Voto 4/5: per gli amanti di Mary Poppins questo film è imperdibile, una piccola perla di recitazione.

mercoledì 12 febbraio 2014

The Wolf of Wall Street - In tre è meglio

Date a Michelangelo un blocco di marmo e vi tirerà fuori la Pietà.
Date a Van Gogh una tela e vi dipingerà una Notte Stellata.
Date a Scorsese il buon DiCaprio e vi darà The Wolf of Wall Street.

Era dai tempi di Quei bravi ragazzi che non si vedeva così tanta cocaina, denaro e tette. E per tutte e tre le cose noi pubblico gliene siamo grati (i maschietti soprattutto per le tette).
Cosa rende affascinante e trascinante questo film, a parte le tette? Prima di tutto il fatto che Leonardo DiCaprio, che Dio lo benedica, è al top delle sue capacità recitative, ha superato tutte le sue precedenti interpretazioni che hanno costellato la sua carriera. E questa sua bravura porta lo spettatore a rimanere ammaliato dal suo personaggio, quel Jordan Belfort che ha fregato il sistema e l'economia degli anni '80 per diventare multimiliardario illegalmente. E' un antieroe, vero, ma tifi comunque per lui, anche se lo prederesti a schiaffi.
Seconda cosa che rende questo film una goduria è il dubbio che assale il pubblico durante la visione: ma lo sceneggiatore è Tarantino? I dialoghi senza senso, o riguardanti futili argomenti, le scene surreali, a volte drammatiche, ma che ti fanno sganasciare ricordano il tocco tarantiniano. E quando il protagonista sfonda la quarta parete per parlare direttamente al pubblico fa molto Woody Allen. Ma è Scorsese, uno Scorsese inedito.
E poi il film ti aiuta un pochino a pensare perchè oggi siamo in queste condizioni economiche. Quanti Jordan Belfort hanno minato le borse mondiali? Quanti ce ne sono ancora adesso? Soldi a palate, case lussuosissime, yacht giganteschi (e vedere quello yacht a Portofino, me che son ligure, ti si apre davvero il cuore. Per Portofino, non per lo yacht...), stragnocche da ogni dove. Ma quanti li hanno guadagnati onestamente? Forse è meglio non sapere la risposta.
Meglio assistere questo film, rimanere divertiti e colpiti dalla genialità di Scorsese. Una fra le tante? Il vero Belfort che presenta il finto Belfort. Ed è subito cinema.

Cinebrusinante



Impariamo tutti a vendere penne.

Toni caricaturali e ironici ma anche un umorismo nero a tratti.
Questo è in sintesi The Wolf of Wall Street. Film del 2013, per la regia di Martin Scorsese, uscito nelle nostre sale il 23 gennaio.
A tratti sorprendente, diverso dal solito Scorsese. Quasi una provocazione per tutti quelli che lo hanno criticato e non lo ritenevano più in grado di stupire.
Ci troviamo a cavallo degli anni 80-90. Il giovane Jordan Belfort (interpretato da DiCaprio) è un broker alle prime armi, che vuole farsi strada nel mondo della finanza e tentare la scalata al successo. Per fare ciò si “affida” a Mark Hanna (interpretato alla grande da Matthew McConaughey), capo di una compagnia di successo, che gli farà da mentore. La scena in cui i due pranzano assieme è semplicemente esilarante, quasi tarantiniana nei suoi dialoghi assurdi e fuori di testa: per dire, si passa dalla cocaina all’importanza di masturbarsi.
Quando tutto sembra andare per il verso giusto, Jordan si ritrova “appiedato” a causa del collasso di Wall Street. Senza però rinunciare, decide di fondare un’agenzia di brokeraggio, la Stratton Oakmont, che ben presto gli assicura successo e fama. Da qui in poi si viene risucchiati in un vortice di eccessi, tra droga, sesso e nani usati come bersagli umani, in una spirale di follia che non sembra mai avere una fine.
Grazie a un DiCaprio e uno Scorsese nel pieno della forma, The Wolf of Wall Street riesce, secondo me, nell’intento di essere un film godibile e divertente nelle sue 3 ore di durata, mai pesanti, probabilmente diventando il miglior film del regista dai tempi di Quei bravi ragazzi.
Riguardo la regia, siamo davanti a una tecnica volutamente eccessiva e senza fronzoli, che bene rispecchia il periodo. Perché stavolta Scorsese non si concentra sull’inquadratura perfetta o su una bellezza stilistica ricercata, anzi. A volte quasi superficiale e senza un minimo di coerenza, non fa altro che sottolineare il degrado della società e l’importanza dei soldi, da cui ne derivano inevitabilmente donne e droga.
Per non parlare di DiCaprio: forse al top della sua carriera, con quello che potrebbe essere per ora il ruolo della sua vita. Dai movimenti delle mani, al modo di porsi alla cinepresa, Leo è al limite della perfezione.
The Wolf of Wall Street è geniale, strafottente e diretto. Come un pugno in piena faccia.
In poche parole, se volete vedere un film divertente, ma soprattutto un bel film, fatevi un favore. Andate a vederlo.


Francesco



23 nomination a premi cinematografici tra cui 5 all'Oscar e 2 ai Golden Globes.
Possiamo noi comuni mortali sederci e criticare quest'opera?
Certo, ma solo noi di Brusio in Sala...

"Risolvete i vostri problemi diventando ricchi." (J. Belfort)

Brillante, geniale, affascinante, tremendamente crudo, diretto ed efficace.
Non avrai un secondo per prendere un respiro, The Wolf of Wall Street ti prende e ti scaraventa violentemente nel suo mondo sin dal primo secondo di film, un mondo che non vorresti conoscere e che sicuramente disprezzi: droga, prostituzione e tanti, tantissimi soldi sporchi, ma non riuscirai a togliere gli occhi dallo schermo neanche un minuto. 
Sarà DiCaprio? Sarà la magia di Scorsese? O sarà quel fantastico lato duro e crudo ma sempre presente? 
Personalmente ho amato questa caratteristica, il film non ha mezzi termini, parte in quinta e tiene questo ritmo quasi fino alla fine, un primo tempo mozzafiato, passano 90 minuti e neanche te ne accorgi. Ciò che mi sorprende è che Martin Scorsese riesce a farti passare davanti agli occhi un argomento davvero pesante con una leggerezza incredibile,  ma forse più che al regista questo complimento sarebbe più appropriato per il protagonista: Leonardo DiCaprio. 
Un commento sul lavoro? La sua miglior prestazione
DiCaprio riesce a creare un personaggio che amerai alla follia, ti mostra la sua crescita, le sue debolezze e le sue doti, commetterà anche molti peccati capitali e infrangerà qualche comandamento, ma chi se ne frega! 
Dal lato comico al lato tragico riesce a toccare alti livelli di recitazione in ogni singola scena, un enorme contributo è anche quello di Jonah Hill, anche lui tra le candidature all'Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, ottima recitazione contornata dalla sua solita e fantastica comicità.
L'unica pecca a mio parere è presente nell'ultima parte di film, rallenta il ritmo e cala la tensione: alcune scene potevano essere riviste meglio, un esempio è quello dello yacht che affonda, l'aereo che cade e del successivo squallido teatrino sull'Italia anni 80, ma non sarà di certo questo a cambiare il mio parere sul film. 
Forse è vero, si esagera a parlare di capolavoro, ma è anche vero che in questo periodo non esistono film all'altezza di The Wolf of Wall Street. Ovviamente non bisogna vederlo aspettandosi il miglior film dell'anno nè prenderlo con troppa leggerezza,  alla fine ognuno darà il proprio giudizio e avrà il suo parere, ma sono sicuro che nessuno riuscirà, anche volendo, a disprezzare The Wolf of Wall Street.

Jonathan



VALUTESCION(S)

The Wolf of Wall Street (2013)
di Martin Scorsese
con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill

CINEBRUSINANTE'S VALUTESCION

Scena Top: il Lemmon, l'auto bianca, il filo del telefono, il gamberetto e Braccio di Ferro.

Voto 5/5: scordatevi la Wall Street narrata da Oliver Stone, stavolta la realtà nuda e cruda supera ogni fantasia.


FRANCESCO'S VALUTESCION

Scena Top: Mark spiega a Jordan l'importanza della masturbazione

Voto 5/5: la sensazione è quella che possa diventare il capolavoro di quest'epoca cinematografica


JONATHAN'S VALUTESCION

Scena Top: Brad finisce in galera e iniziano i primi guai seri per la società

Voto 5/5: non lo scorderai facilmente

venerdì 7 febbraio 2014

La Francia alla riscossa!

Sorprendente, semplicemente sorprendente. E' così che si presenta Belle & Sebastien, un adattamento cinematografico del celeberrimo Best Seller di Cecile Aubry e dalla serie tv degli anni 80'.


Un gran bel rischio a mio parere portare sul grande schermo una storia così strappalacrime e, soprattutto, lenta nella sua trama; si sarebbe potuto inciampare in un film macchinoso, noioso e privo di ogni emozione. Ma questi imprevedibili francesi, grazie a maestose inquadrature paesaggistiche, ad una buona recitazione da parte della maggior parte del cast e grazie principalmente alla capacità del regista di estrapolare ciò che c'è di più essenziale nella storia, hanno reso questo film davvero particolare! 
La colonna sonora e la musica sempre azzeccata, altro punto a favore del film, tengono il ritmo ad una storia  che ti prende davvero, molte sono le scene in cui una lacrimuccia rischia di scenderti (anche se sei un omaccione e cerchi di nasconderlo).

 

Molto positiva anche la parte scenografica, tutto curato anche nei dettagli, una ambientazione che ti trasporta nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, un aspetto da non sottovalutare in questo genere di film. 
Ma rimaniamo coi piedi per terra, sono presenti anche aspetti negativi: molte volte la trama presenta delle falle in cui per 10 minuti di film non accade assolutamente nulla, e tu sei lì che ti chiedi se il regista sia andato in pausa lasciando gli attori liberi senza guinzaglio per il set. Altro punto a sfavore è lo sviluppo dell'amicizia tra Belle e Sebastien, accade tutto troppo velocemente: si incontrano per la prima volta e il bambino mostra un po' di paura verso quell'animale che tutti chiamano La Bestia, abbassi lo sguardo per agguantare un pop corn e la scena seguente ritrovi i due protagonisti che fanno il bagno insieme felici! 
Tutto sommato gli errori non pesano nello svolgimento del film, questa storia appassionante e ben realizzata ti lascia appiciccato al sedile, desideroso di sapere come si concluderà.
E anche se la trama prende una via totalmente diversa rispetto a quella della serie tv, non rimarrete certo delusi nella visione di questo film adatto alle famiglie e capace di far commuovere bambini e genitori.


Jonathan


VALUTESCION
Belle & Sebastien (2013)
di Nicolas Vanier
con Félix Bossuet (esordio), Tchéky Karyo, Margaux Châtelier

Scena Top: Cesar inganna Sebastien portando Belle vicino alla morte

Voto 4/5: appassionante e commovente

lunedì 3 febbraio 2014

Tutto fumo e niente arrosto!

Recentemente si è unito al blog il caro Francesco con le sue preziose ed interessanti Cronache da Roma. Ma all'equipaggio di Brusio in Sala si è unito un altro personaggio molto interessante, anch'esso con tante cose da dire dopo averle viste al cinema, da una città che sprizza glamour e creatività da ogni via.
Ed è con grande onore e piacere che vi presento le Cronache da Milano!



Non esistono vie di mezzo, Dragon Ball o ti piace o non ti piace! Questo film è una via di mezzo.


Il "Problema" principale lo si scorge già dall'inizio, la presentazione dei personaggi è particamente inesistente, il film in sostanza ti dice "o hai visto la serie in tv o ti attacchi".
La Trama è la solita di sempre, un super­cattivo si risveglia e minaccia di distruggere la Terra, sarà compito di Goku e compagni impedirgli di portare a termine questo compito. Peccato che questo film non si avvicini nemmeno alla famosa serie animata degli anni 90'. Ebbene si, perchè Dragon Ball Z - La battaglia degli dei ha quel non so che di retrò che ti porta alle primissime puntate della serie, in cui la banalità e la comicità regnavano sovrane, ma si dimentica di un qualcosa di fondamentale: i combattimenti. Tutto il film si concentra sull'intrattenere il pubblico, ma ci riesce per metà; le risate non mancano sicuramente, ma se vado a vedere un film su Dragon Ball Z pretendo una scazzottata come si deve! E invece no, si rimane con l'amaro in bocca fino alla sigla finale, le scene d'azione sono davvero poche e anche quando ci sono non ti comunicano un bel niente, perchè questo film semplicemente perde tutti i valori che sono sempre stati presenti nella serie. Basti pensare che l'antagonista Bills chiamato Il Dio della distruzione minacci di distruggere la terra perchè è finito il budino.


Ma il culmine delle assurdità lo si raggiunge quando Vegeta, per distrarre il nemico, improvvisa un balletto dai gusti discutibili che fa perdere al Principe dei Saiyan che conosciamo ogni tipo di orgoglio...


Tirando le somme il film ha pochi aspetti positivi e molti negativi, la delusione è molta soprattutto se si pensa al cast d'eccellenza presente nel film: Masahiro Hosoda (Fist of the North Star, Hunter X Hunter, Street Fighter Alpha e Yu­Gi­Oh! tra le più famose serie a cui ha preso parte) alla regia e Akira Toriyama lo scrittore di Dragon Ball come esempi.
Ma noi vecchi fan non demordiamo, continueremo ad amare indistintamente questa serie che piano piano crescendo ha segnato la nostra infanzia, perchè in fondo Dragon Ball è sempre Dragon Ball

Jonathan


VALUTESCION
Dragon Ball Z - La battaglia degli dei (2013)
di Masahiro Hosoda
con Masako Nozawa, Ryō Horikawa (voci)

Scena Top: trasformazione di Goku in Super Sayan Level God

Voto 2/5: non è proprio quello che ti aspetti...